La colonia latina di Alba Fucens fu fondata dai Romani nel 303 a. C. in territorio equo, con 6000 coloni, al centro di un importante nodo viario interregionale, costituito dalla Via Valeria, sulla direttrice E-O e la via proveniente dal territorio sabino e diretta verso la Campania, sulla direttrice N-S. In posizione strategica, su un colle dominante il bacino del Lago Fucino e i Piani Palentini, Alba Fucens aveva un territorio centuriato che si estendeva per 25 Km ca. da E ad O e per 20 Km da N a S.
Gli scavi effettuati dall'Università di Lovanio (Belgio) nel 1949-1979, con regolare e sistematica continuità, al centro dell'area urbana, hanno riportato alla luce una buona porzione della città, occupata dagli edifici pubblici con carattere civile e religioso, la Basilica, il Macellum, le Termae e il santuario di Ercole e gli edifici di carattere ludico, il teatro e l'anfiteatro.
La colonia è munita da una cinta muraria in opera poligonale, ancora ben conservata, lunga ca. 3 km, nella quale si aprono quattro porte, Porta Fellonica a N, Porta Massima a O, Porta di Massa a E e Porta S. Tutte le porte hanno una torre o bastione avanzato sulla destra di chi entra in città. L'impianto urbanistico, condizionato dalla morfologia del terreno, si sviluppa lungo l'asse NO-SE, parallelo alla linea di fondovalle. Ad esso si adeguano i muri di sostruzione in opera poligonale, il sistema fognario e quello viario. Due strade principali, Via del Miliario e Via dei Pilastri racchiudono la sequenza degli edifici principali della città con funzione pubblica: a N, si trova il "Comitium", in cui si svolgevano le assemblee dei cittadini ed in cui venivano tratte le decisioni di carattere amministrativo, a S di esso si estende la grande area del Foro (142x43)m, connessa a S, attraverso un portico, con la Basilica , (53x23m), di cui si conserva il muro perimetrale in opus incertum e la platea di fondazione; all'interno dalla platea emerge la fondazione su cui s'impostavano le colonne della navata centrale; tre porte si aprono sul lato N. In essa si amministrava la giustizia e vi si svolgevano le attività che non potevano effettuarsi nel Foro, quando le condizioni climatiche non lo permettevano. A S della Basilica si trova il "Macellum", il mercato di vendita della carne e del pesce, in cui si ravvisano due sistemazioni, una più antica del I sec. a. C., a pianta quadrata della quale fanno parte le tabernae che si trovano sotto la platea della Basilica e una di II sec. d. C., a pianta rotonda, di cui fanno parte i muri in mattoni disposti radialmente.
A S, seguono le Terme, che occupano lo spazio compreso tra le due strade principali. Il calidarium, caratterizzato dal pavimento poggiante sulle colonnine di mattoni, le pilae, è l'ambiente riscaldato, visibile da Via dei Pilastri. All'interno delle terme erano anche i due bagni pubblici di cui è apprezzabile il sistema fognario e la disposizione delle sedute su tre lati degli ambienti e la vasca centrale. Sul lato S delle terme si trova la piscina. A S del complesso termale si trova il santuario di Ercole, costituito dal sacello, riservato al culto del dio e da un ampio piazzale antistante. Nel sacello durante gli scavi, è stata rinvenuta la statua di Ercole, in marmo (alt. 2,40m), conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Chieti. Ai lati delle due strade principali si aprivano le tabernae (botteghe), tra cui anche il termopolium di Via dei Pilastri, un luogo di ristoro dove era possibile pietanze e bevande caldee che conserva ancora parti dei contenitori di liquidi o derrate alimentari e il bancone della mescita. Ad E di Via dei Pilastri, in posizione periferica, si trova il Teatro di cui si conservano alcuni resti della scena e soprattutto il taglio concavo della cavea nella costa rocciosa del colle Pettorino. All'estremità S del dell'area urbana si trova l'anfiteatro (64x37m), utilizzato per i giochi gladiatori, costruito nella prima metà del I sec. d. C. per testamento di Quinto Nevio Macrone, prefetto del pretorio di Tiberio, ricordato nell'epigrafe sul fornice d’ingresso.
LXVIII Miliario della Via Valeria
Cippo miliare in pietra calcarea , collocato in onore dell'imperatore Magnenzio, a lato della strada che da esso prende il nome, nel cuore della città romana dal consolare della Flaminia e del Piceno Flavio Romano. L'iscrizione dedicatoria è incorniciata da un cartiglio che sormonta un bassorilievo che rappresenta due gladiatori (guerrieri). L'indicazione miliaria si trova sulla parte alta del cippo ed indica la distanza da Roma.
Chiesa di San Pietro
La Chiesa è impostata sul Tempio di Apollo di cui si conservano le pareti della cella in opera quadrata in pietra calcarea, le due colonne esterne a fusto liscio del pronao e il podio. La trasformazione in edificio di culto cristiano, risale probabilmente al VI sec. d. C. Nel 1115 è menzionata per la prima volta in una bolla papale. L'interno della chiesa è diviso in tre navate da due file di colonne corinzie provenienti probabilmente da un monumento ufficiale della città romana. Notevole è l'ambone in stile cosmatesco , così come l'iconostasi, opere degli scultori Gualtiero, Moronto e Pietro, della metà del XII sec. Allo stesso periodo si colloca probabilmente il prezioso portale di legno decorato conservato nel Museo d'Arte sacra della Marsica nel Castello Piccolomini a Celano. Merita, infine, una visita il borgo medievale di Alba, dove il Castello Orsini e la chiesa di San Nicola spiccano tra i ruderi e qualche edificio restaurato.
Massa d’Albe