Da qui la strada sterrata sale in direzione NO, passando sotto la ferrovia e il viadotto dell'autostrada fino a raggiungere la SP38, dopo 500m ca. Attraversata la provinciale il sentiero prosegue in direzione NE su strada sterrata per ulteriori 430m, poi per un breve tratto su strada asfaltata ed ancora su strada di campagna verso E per 800m addentrandosi in una folta vegetazione di alberi di querce, quasi costeggiando l'autostrada
Lungo questo tratto la strada sale leggermente fino ad una azienda agricola che si trova sulla sinistra; da qui scende di nuovo, il fondo si fa argilloso e umido e l'andamento più sinuoso fino a giungere in un campo aperto dopo 800m ca. di passeggiata nel bosco. Qui ci troviamo esattamente sul confine tra Lazio e Abruzzo.
Dalla radura il percorso devia a SE per 230m, passando sotto il viadotto dell'autostrada, giunge sulla strada asfaltata di via del travettoche viene seguita in direzione NO e poi NE per complessivi 260m. In questo tratto si ripassa sotto al viadotto dell'autostrada. Si abbandona la strada asfaltata per una strada sterrata, continuando sempre nella stessa direzione per 308m dove il tracciato piega verso SE passando di nuovo al di sotto dell'autostrada. Una volta passato il ponte il percorso in parte su sentiero ed in parte su campo aperto giunge, dopo 700m, su una strada asfaltata secondaria che arriva fino a Via di Civita; qui il percorso si biforca: un ramo piega verso N, seguendo Via di Civita, entrando nelpianoro rialzato su cui oggi sorge il paese di Civita di Oricola, dominante la Piana del Cavaliere, un tempo occupato dalla colonia di Carsioli; un ramo invece piega verso S. Nel primo caso è possibile entrare in contatto con un luogo di grande suggestione.
Dall'inizio di Via Civita un altro ramo conduce verso l'odierna Carsoli; da qui la strada segue quella asfaltata per 60m, dopo aver attraversato il passaggio a livello e aver fatto una curva a destra si prende immediatamente la strada campestre a sinistra che costeggia la ferrovia per 700, poi piega a SE dirigendosi verso l'attuale strada statale, dopo 370m. Qui il percorso può continuare su un tratto di ciclopedonale per 580 m; quindi attraversa la rotonda e continua sul lato E della SS n.5 Tiburtina Valeria per 2285m, dove con una piccola deviazione si può visitare la chiesa di S. Maria in Cellis con lo splendido portale romanico;
si riprende il percorso principale, seguendo la strada statale e si entra dentro Carsoli.
Ponte San Giorgio , il Ponte romano sul Fosso Bagnatore, al XXXIX miglio della Via Valeria. Costituito da un'unica arcata a tutto sesto, larga 7,10 m, di conci di pietra, prende nome dal monastero medievale situato nelle vicinanze, ad est di Riofreddo. Durante gli scavi effettuati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, nel 2008-2009, è stata messa in evidenza la struttura antica del ponte, consistente soltanto nell'arcata di conci di pietra, fino all'estradosso, dal momento che la muratura superiore è stata spoliata in età tardo-antica. Alcuni elementi pertinenti al lastricato stradale romano sono stati riutilizzati nella muratura del viadotto ottocentesco che in questo punto, segue l'andamento della strada antica, rialzandone il livello di due metri.
La colonia latina di Carsioli fu fondata dai Romani con 4000 coloni, in territorio equo, nel 306 a. C, verso la fine della seconda guerra sannitica quando i territori degli Equi, Marsi e Peligni passarono sotto il controllo romano. Ai piedi del pianoro, un diverticolo si staccava dalla Via Valeria per giungere all'insediamento fortificato. Carsioli era munita di una cinta muraria in opera quadrata di tufo di cui sono ancora visibili alcuni brevi tratti, soprattutto del lato occidentale, mentre meno conservato è il lato orientale. La fortificazione si adattava all'orografia dell'area e inglobava gli elementi più importanti dal punto di vista strategico. Una porta urbica è da riconoscersi probabilmente su Via Civita, nel punto in cui la strada si dirama a N e ad O. Alcuni resti del reticolo stradale sono stati rinvenuti in diversi punti della città, durante i lavori di urbanizzazione. Essi indicano complessivamente una urbanistica regolare, frutto probabilmente del progetto di fondazione della colonia. In alcuni casi le strade moderne ricalcano quelle antiche: alcuni tratti di Via Civita; la strada che da questa si stacca, circondando il lato O del pianoro; il sentiero che dall'estremità N si dirige verso E. Edifici destinati ad attività di carattere pubblico e civile sono noti da evidenze epigrafiche: la Basilica, l'arco e la Curia (CIL IX, 4063 e 4065) e una porticus(CIL IX, 4072). Cospicui resti di strutture pertinenti a domuse a templi sono stati invece rinvenuti sia in tempi passati che di recente.
A S del Km 70+600 dell'attuale SS. n.5 Via Tiburtina Valeria, che in questo punto segue probabilmente il tracciato dell'antica via Valeria, nel territorio del comune di Carsoli, si trova la chiesa di S. Maria in Cellis , costruita nel XII sec. d. C. Del periodo romanico si conserva il portale composto da due stipiti, un architrave e un archivolto di scarico con una decorazione con motivi di animali e floreali resa con un rilievo piatto per evitare profondi chiaroscuri e racchiusa in larghi listelli. Negli stipiti laterali la decorazione, costituita da girali che racchiudono gigli, rose, e foglie di palme, prende avvio, alla base, dalla bocca di draghi, inseriti in formelle rettangolari. A poco meno della metà dell'altezza dello stipite, un'altra formella rettangolare con animale alato divide in due registri la decorazione con i girali floreali. L'architrave è diviso in cinque formelle quadrate, quattro on i simboli degli Evangelisti, l'angelo, il bue, il leone e l'aquila e al centro l'agnello crucigero. L'archivolto soprastante è decorato da un intreccio di foglie e palmette. Al portale appartiene la porta lignea del 1132 con intagli raffiguranti alcune storie del Nuovo Testamento, attualmente conservata nel Museo di Arte Sacra della Marsica nel Castello Piccolomini di Celano. Al periodo romanico appartiene anche il campanile a pianta quadrata con base in blocchi di pietra quadrata su cui si eleva la parte superiore nella quale si aprono tre finestre, una monofora, una bifora e una trifora. La facciata, ricostruita in stile tardo rinascimentale, è divisa in due zone da una cornice marcapiano, quella inferiore scandita da tre archi impostati su quattro lesene, poggianti su una cornice rialzata all'altezza delle formelle mediane del portale romanico che occupa la parte inferiore dell'arco centrale e quella superiore in cui si apre una finestra rettangolare. L'interno è ad unica navata, divisa in due campate da un arco che imposta su pilastri addossati alle pareti. (Bibliografia: AA.VV. Architettura e arte nella Marsica 1984-1985 I. Architettura, Catalogo della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici artistici e storici per l'Abruzzo- L'Aquila, Celano 1985, pp. 115-116)
Carsoli
Oricola